Torniamo alla vera funzione della scuola

I risultati delle prove Invalsi 2021, le prime svoltesi in un anno scolastico interamente condizionato dalla pandemia, sono un utile spunto per ragionare sullo stato della scuola italiana. Nonostante la prudenza che è sempre necessaria per interpretare il valore e il significato di una fonte statistica, è difficile non convenire sulla criticità della situazione mostrata da questi dati. Come era ragionevole attendersi, la pandemia e la didattica a distanza hanno aggravato i divari sociali e territoriali, acuendo le criticità già esistenti nel sistema scolastico. Il vero problema è che di fronte a questo scenario le prospettive di intervento sulla scuola sembrano perseverare in una strategia, avviata con l’introduzione dell’autonomia scolastica negli anni Novanta, che in realtà non ha dato sin qui grandi risultati. Si parla di superare la “cultura del sapere e della conoscenza” a vantaggio di non meglio precisate “competenze” che andrebbero a formare, in una prospettiva economicistica, il “capitale umano” dei futuri lavoratori. Tutto questo mentre, semplicemente, molti studenti non sanno leggere e scrivere; mentre cioè la scuola non è in grado di assolvere pienamente alla sua funzione costituzionale, quella di promuovere l’emancipazione dei futuri cittadini attraverso l’istruzione. (continua)